Il procuratore generale di Israele, Avichai Mandelblit, ha chiesto alle banche del suo paese di offrire servizi alle società legate alle criptovalute. Queste dichiarazioni sono state prodotte in un contesto in cui la Banca Centrale israeliana ha richiesto alle istituzioni finanziarie di vietare tutti i tipi di attività di criptovaluta .
Secondo Mandelblit, invece di interrompere i servizi alle società di criptovaluta, le banche israeliane dovrebbero rivedere ogni caso in dettaglio in modo da evitare qualsiasi tipo di pratiche illegali. Da dicembre 2019, diverse banche israeliane hanno congelato i conti dei clienti che hanno ricevuto trasferimenti derivanti da criptovalute. Questo ha impedito a molti Israeliti che avevano investito somme importanti in Bitcoin di pagare le tasse, perché le banche non accettano i loro depositi.
Nel mese di agosto dello scorso anno, un investitore ha deciso di denunciare la Banca Hapoalim per quasi 23 milioni di dollari, sostenendo che l'azienda aveva rifiutato di accettare un deposito con i proventi ottenuti attraverso Bitcoin.
Mentre la Banca centrale di Israele mantiene pressioni su altre istituzioni, il governo di quel paese ha invece riconosciuto di avere un interesse per la tecnologia blockchain.
L'autorità israeliana per i Valori Mobiliari ha chiesto di identificare quei regolamenti che impediscono lo sviluppo di imprese basate sulla blockchain per, in futuro, poter eliminare tali restrizioni.
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